Con questo articolo si chiude (finalmente?) la serie Polaroid Mania. Come ultima cosa di cui parlarvi mi sono tenuto le Polaroid SX70. Ci sono diverse cosine di cui parlare, per cui incominciamo.
Come nel caso delle Polaroid 600, SX70 è sia il nome di un tipo di rullino, sia il nome di un tipo di macchine fotografiche. Cercherò di evitare la confusione dicendo che tutte le (macchine) Polaroid SX70 funzionano con i (rullini) SX70, ma tenete presente che ci sono altri modelli che utilizzano gli stessi rullini, pur non portandone la sigla nel nome.
I rullini
I rullini SX70 sono praticamente indistinguibili dai rullini 600 ad occhio nudo. Ok, sulla scatola è indicato il nome, ma se li togliamo dalla scatola, le cassette in plastica sono quasi identiche. In realtà, per evitare di farvi sprecare un intero rullino, cassette dei rullini 600 e SX70 differivano per la presenza di piccoli piedini che impedivano di inserirli nella macchina sbagliata. In realtà ora che i rullini sono prodotti esclusivamente da The Impossible Project, questi piedini sono stati rimossi ed è possibile inserire qualunque rullino in qualunque macchina. La differenza sostanziale tra i rullini 600 e SX70 è la differente velocità ISO, che si aggira intorno ai 125 per le pellicole SX70 mentre è di 600 negli omonimi rullini.
In realtà grazie ai filtri ND è possibile effettivamente usare i rullini in entrambe le tipologie di macchine, inoltre The Impossible Project al momento produce anche rullini che non vanno bene su nessuna delle due tipologie di macchine e che costringe quindi ad agire sulla leva di regolazione più chiaro/più scuro (o ad applicare i famosi filtri).
Le pellicole SX70 sono state le prime ad introdurre il formato quadrato con bordo più spesso in fondo, che tutti riconoscono come il “formato Polaroid”, prima di esse era l’epoca delle serie 100 (di cui vi ho parlato in un precedente articolo) in cui occorreva l’intervento del fotografo e un preciso conteggio dei secondi per poter ottenere foto ben sviluppate. Con le SX70 si è raggiunto finalmente il punto in cui tutto quello che occorreva fare era premere il tasto di scatto (non per niente esiste una Polaroid SX70 chiamata “THE Button”), senza preoccuparsi del resto.
LE SX70
Insieme ai rullini SX70, Polaroid (e soprattutto il Dottor Land) hanno prodotto quella che secondo me è una delle più belle macchine fotografiche di tutti i tempi. Ed il fatto che sia una Polaroid per me è un valore aggiunto.
Si tratta per l’appunto della Polaroid SX70 Land Camera (e modelli seguenti) che potrei brevemente descrivere come una reflex pieghevole con messa a fuoco manuale. Mettere a fuoco le cose è divertente, anche se non devo fotografare niente, semplicemente prendo una macchina e metto a fuoco qualcosa, poi la rimetto a posto (sì lo so, sembro matto quando lo faccio). Una Polaroid reflex è una buona idea, soprattutto perchè risolve il problema più frequente che ho avuto con questo tipo di macchine fotografiche: la cosa peggiore delle Polaroid di solito è che non si sa mai cosa accidenti verrà e cosa non sarà compreso nella foto finale. In alcuni modelli il problema è più evidente che negli altri, ma è veramente insopportabile quando nella foto vi accorgete di aver incluso troppo oppure che manca un pezzo del vostro soggetto. A questo punto io sarei già stato un acquirente delle SX70 Land Camera, solo per il fatto di essere reflex, ma in realtà il meglio doveva ancora venire. Fin da piccolo sono stato appassionato degli oggetti pieghevoli, che possono cambiare forma (e a volte anche uso) semplicemente spostandone delle parti, e la SX70 è veramente meravigliosa da questo punto di vista. Chiusa è un rettangolo di metallo (o plastica) ricoperto di (finta) pelle, con una curiosa sporgenza trapezoidale. In realtà la sporgenza può essere afferrata e tirata, e se viene applicata la giusta forza, la SX70 scatta in posizione aperta e si trasforma in un curioso aggeggio in grado di fare foto.
Ma forse un video rende meglio l’ìdea.
Anche in questo caso c’è da perdersi tra i vari sottomodelli della SX70. Alcuni, più avanzati, includono anche il sistema di messa a fuoco automatica basato su sonar che è valso all’omonimo modello il titolo di “prima SLR con autofocus al mondo”. Se vi interessa comprare una SX70 per fare foto (e perchè è bella) e non solo per esporla, allora cercate di mettere le mani sui modelli Alpha (1, 2, o 3). A differenza degli altri modelli, le SX70 Alpha dispongono del foro per cavalletto e di due ganci dove attaccare una piccola tracolla. Dei due ganci potete anche fare a meno, ma il foro per il cavalletto è molto comodo, soprattutto se non trovate modo di rimediare un flash elettronico (e sono costosi) o un buon rifornimento di flash usa e getta detti Flashbar (le cui scorte vanno giustamente esaurendosi). Se cercate un modello extra-lusso, potete cercare le SX70 “Sonar” che per l’appunto dispongono della messa a fuoco automatica (che può anche essere disattivata), ma tenete presente che sono sensibilmente più ingombranti.
State invece alla larga dalle SX70 Model 3: questo è il modello più economico prodotto, ed in realtà non è una SLR, ma dispone di un mirino che soffre dello stesso problema di cui soffrono tutte le altre Polaroid (chi più e chi meno) di cui vi ho parlato qualche riga fa. In aggiunta, le SX70 hanno la messa a fuoco manuale, quindi dovete anche indovinare (o misurare) la distanza tra voi e il vostro soggetto prima di poter scattare, e decisamente non è comodo.
Il Model 2 è buono per scattare e forse non vi costerà quanto un modello Alpha, se invece siete dei veri collezionisti potete cercare di recuperare il Model 1, ma oltre a non avere il foro per il cavalletto, potreste anche non avere il mirino di messa a fuoco che vi aiuta a capire, spezzando l’immagine, se la messa a fuoco è corretta.
Queste macchine fotografiche costano, e i rullini costano pure, quindi non sono esattamente la scelta adatta per iniziare, ma io ne sono così innamorato che dopo la rottura della mia Model 2 ne ho comprata una seconda. Purtroppo sono anche abbastanza delicate: la Model 2 si è praticamente rotta da sola, senza che io abbia fatto niente di particolare, e trovare qualcuno in grado di ripararle in Italia non è un’impresa facile. L’ho portata da 3 diversi fotoriparatori, portandomi pure il manuale di riparazione rimediato sul web, ma nessuno è stato capace di aggiustarla.
Esistono anche Polaroid che accettano pellicole di tipo 600, esteticamente molto simili alle SX70 (soprattutto ai modelli Sonar), si tratta delle SLR 680 e SLR 690 che oltre all’autofocus tramite Sonar dispongono anche di un flash integrato. Sono ancora più ingombranti e costano veramente troppi soldi, però se non volete avere compromessi e vi piace il design, potrebbe essere una buona scelta.
E con questo siamo a posto.
Ciao. Per fortuna ho trovato il tuo blog e stó imparando parecchie cose. Mi sfugge una cosa…io ho trovato una polaroid 1000se ma credo che non funzioni. Ho comperato due pellicole sx-70 per provare la macchina. Nel caso non funzionasse, la pellicola sx-70 su quale altra macchina posso utilizzarla?
Ciao, come si possono riconoscere i diversi modelli?
Grazie!
Buongiorno! Ho una polaroid 1000 come faccio a sapere se funziona? Devo per forza acquistare le cartucce? La batteria è inclusa nelle cartucce!?!? Dalle istruzioni mi è sembrato di capire che sia così.. Perdoni il linguaggio A-Tecnico ma non ne capisco molto!
Este: Puoi usare le pellicole per tutte le macchine della famiglia SX-70. Sono davvero tante! Puoi trovare la lista qui.
Maura: Anche tu puoi usare il link qui sopra.
Michela: Sì, è tutto nelle cartucce. Se sei fortunata e conosci qualcuno che ne ha una nei dintorni (o non ti vergogni di provare a contattare qualche gruppo di fotografi nelle vicinanze) puoi farti prestare un rullino vuoto con qualche scatto venuto male allo scopo di testare i meccanismi.
Ciao,
Grazie per tutte le notizie sulla bellissima sx-70.
Una domanda:per testarne una posso usare un rullino vuoto 600 ancora un po carico?