Nel post precedente avevo previsto che mi sarebbero stati più che sufficienti 1.30€ di credito telefonico per rispondere a tutti gli sms di auguri che avrei ricevuto.
Sono stato fin troppo ottimista: me ne sarebbe bastata anche solo la metà.
Deludente, davvero deludente. Vedere come alla “classe unita” per antonomasia sia bastato meno di un anno per dimenticarsi di me.
Tre persone tra loro mi hanno fatto gli auguri. Tre.
Una cosa del genere fa riflettere, ed il silenzio di alcuni parla molto, forse troppo. Una su tutti Argentina. Lei, sì, lei mi ha davvero deluso.
Eravamo diventati amici, amici intimi. Sapevo tutto di lei, lei sapeva tutto di me, e stavamo sempre insieme. Compagni di banco, ultima fila in fondo a destra. Sempre insieme. Ai tornei di carte della classe, che abbiamo vinto. Sempre insieme, tutti i sabati sera, in gita a Praga, tutte le sere d’estate, quando l’ho accompagnata dal medico, quando le mandavo messaggi che le dimostravano quanto la conoscessi, che la facevano sciogliere. Quando era lei a farlo, e quando le prendeva quell’inarrestabile risarella, senza nessun motivo. Quando non poteva permettersi la gita a Praga, ed ho proposto ai miei compagni di classe di pagargliela, mettendoci un po’ più di soldi degli altri perchè non tutti erano d’accordo, ma a me non importava, avrei potuta pagarla anche tutta io. Quello che importava era che lei ci fosse, e prendesse l’aereo, cosa che non aveva mai fatto. Quando siamo andati insieme a comprare il Wii ed abbiamo passato il giorno a giocarci. Quando ha fatto l’incidente e sono stato a trovarla, quando era al telefono col ragazzo e dovevo stare zitto perchè era geloso, quando andavamo a mangiare il gelato, tutti insieme, quando ha trascinato Fè in macchina con lei, ed ha lasciato che Cloe salisse in macchina con me, anche se poi non è servito a granchè… Quando abbiamo pensato di prenderci un appartamento ed andare a vivere per cavoli nostri, quando le suggerivo le risposte all’interrogazione, quando era lei a suggerirle a me, quando si è operata alla schiena senza dire niente a nessuno, quando anche lei ha messo il busto, quando studiavamo insieme in riva al fiume, quando arrivava tardi a scuola, quando mi riaccompagnava a casa in macchina… Non c’è stato, davvero, mai un momento in cui lei non stesse con me, ed io con lei. Lei che così, da un momento all’altro è sparita, e non si è più fatta vedere né sentire per mesi.
E’ davvero sparita, improvvisamente. Quando le ho detto che ero geloso del fatto che uscisse con un ragazzo e ci (e mi) trascurava, ed avrei preferito che uscisse con noi. Da quel giorno, non so davvero che fine abbia fatto. Le ho mandato molti messaggi, so come far sentire in colpa la gente, speravo di riportare le cose alla normalità, ma non ci sono riuscito. Mi manca, e non so perchè sia uscita dal mio mondo, e non so perchè non si sia ricordata di me.
Stavo bene con tutti, nella mia classe, non ho mai avuto grossi problemi con nessuno. Ma nessuno, ad eccezione di Gabro, della KuKKa, e di Sara si è ricordato di farmi gli auguri. E volevo fare una festa di compleanno. Tralasciando il fatto che non ci sia davvero molto da festeggiare, chi dovrei invitare? Tutta questa gente, sempre col sorriso sulla faccia, che da un giorno all’altro si è scordata della mia esistenza? No, non ho motivo di invitarli, non mi sentirei a mio agio a dire loro “Ciao, scusa se ti disturbo, come forse ti sarai scordato, qualche giorno fa ho compiuto venti anni, vorrei invitarti a cena per festeggiare con te, che ne dici?”.
Sarà una festa di compleanno tra poche persone. Forse perchè, oltre a quelle che spero vengano, ho ricevuto davvero dei messaggi splendidi da gente che non c’è. Lontana, sperduta in altre parti d’Italia, tra cui persone che mi conoscono solo come “Luigi”, ovvero come cinque caratteri in fila indiana. Che non mi hanno mai parlato, o visto di persona, oppure che mi hanno visto solo qualche volta.
Vorrei invitare loro a cena, vorrei portarceli assieme agli altri miei amici. Purtroppo non posso, sarebbe impossibile da organizzare. Ma se non posso avere loro a cena con me, di sicuro non ci voglio gente che si ricorda che esisto se, e solo se, il computer smette di funzionare.
Da domani si cambia regime: il tecnico del computer non esiste più.
Io vorrei tanto venire a festeggiare con te!!! Vorrei essere lì a romperti le scatole con le mie domande assurde e tirare fuori le mie assurde spiegazioni per risolvere problemi e tentare di tirarti su il morale!
Mi dispiace davvero che tu ti senta così…
Un cliché sarebbe dire “Dai, su! Pochi amici ma buoni!”, ma i cliché sono molto oh molto inutili, dunque preferisco pensare un minuto in più e suggerire di riallacciare i contatti con chi pensi abbia un motivo più che valido per averti ignorato (come, credo, Argentina)… Che suona cliché comunque… chiedo perdono >_>
Ah, condivido l’idea di abbandonare la tua parte di “tecnico del computer”… Suppongo che la gente non facesse molto altro che sfruttare la cosa per ignorarti in seguito, anche perché penso che tu, da cortese omino quale sei, che tu non dicessi spesso NAH!
Ok sì, credo di aver finito, ho scritto molto ma non devo dire altro, che il tuo morale si risollevi e che il mio commento non si perda mentre tento di inviarlo. Ciao!
Stesso problema mio, ma leggi sul mio blog la soluzione che ho trovato, è geniale 😆 .
Amico mio…. non ci conosciamo, ma ti capisco infinitamente, ogni parola, ogni lettera, ogni spazio bianco, ogni parola che hai pensato e non scritto.
Alessandro, non sono ironico, ma allora mi dispiace anche per te. E’ una cosa che lascia vuoti dentro. Mi dispiace davvero.