Non so quanto tempo è che non mi faccio la barba. Davvero, ho perso il conto. Ora c’è un buon mezzo centimetro di cespugliosa folta barba nera sotto al mento. Sapete una cosa? Mi rilassa accarezzarla.
Ma non è questo il punto! La domanda che dovreste esservi posti è: “Perchè Luigi ha la barba incolta?”. E se non ve la siete posta ponetevela. E ora che ve la siete posta, vi suggerisco un paio di altre domande:
- Perchè Luigi ha la faccia talmente sfatta che sembra non dorma da settimane?
- Perchè Luigi ha perso più capelli del solito in questo periodo?
- Perchè dovrebbe calarmene qualcosa?
Ecco le risposte!
Parte noiosa del post – Se non avete tempo/voglia di leggere, saltate in basso, alla parte divertente: ho bisogno dei vostri consigli.
La risposta alle prime tre domande (includendo quindi la domanda sulla barba, e le prime due della lista numerata) è in realtà una sola. La risposta è: perchè studiavo.
Tra ieri e oggi ho sostenuto (sorprendentemente, credetemi) lo scritto e l’orale di Analisi I. Come forse alcuni di voi ricorderanno, avendo fatto il Liceo Linguistico, la matematica non è mai rientrata tra le mie materie preferite, e soprattutto non è mai rientrata tra quelle che sapevo meglio. Per questo l’esame di Analisi I mi terrorizzava. Non mi tornavano mai gli esercizi, non sapevo muovere un passo senza le soluzioni, perchè a differenza del professore (che è una specie di macchina macina-funzioni) io non sono in grado di vedere limiti notevoli anche nella tazzina del caffè. Per me una tazzina del caffè è una tazzina di caffè, per lui no. Infatti se prendo una tazzina di caffè e la divido per una caffettiera e le aggiungo un’altra tazzina di caffè, il limite per la caffettiera che tende ad infinito di uno più un’altra caffettiera, è un limite notevole, ed il suo risultato è un cappuccino.
Beh, avete capito il tipo, insomma.
Ecco perchè non ho tagliato la barba da giorni, forse settimane. Perchè non ho fatto altro che studiare, studiare studiare. Non sono uscito di casa per giorni, mi sono presentato agli esami mettendo gli unici vestiti che ho trovato in giro per casa, senza curarmi del fatto che l’accostamento cromatico fosse da voltastomaco, le occhiaie non aiutassero, e la barba mi facesse sembrare un talebano. Non avevo tempo per guardare queste cose, aveva più importanza riuscire a dimostrare il teorema di Lagrange e stabilire quale fosse la derivata prima di una qualunque funzione pescata a caso dai precedenti testi di esame, che vanno dal 2000 al settembre 2007.
Ovviamente, il mio risultato era sistematicamente diverso dal risultato del professore, in tutte gli esercizi che ho fatto a casa.
Tutti quanti? Giusto per darvi un’idea ho pensato di strappare tutti i fogli del blocco dove ho tentato di risolvere gli esercizi d’esame degli anni passati. Li vedete qua a destra, potete cliccare sopra per vedere l’immagine ingrandita. Non fate caso all’omino che sorride, era un momento di disperazione. Uno dei tanti.
Il fatto che i fogli si reggano in piedi da soli dovrebbe darvi un’idea indicativa di quanti sono: sono trenta pagine scritte davanti e dietro piene di funzioni, serie e grafici, spesso anche in diversi orientamenti, per poter riempire gli spazi bianchi. Solo due esercizi mi sono tornati. Questo è per darvi un’idea del perchè della barba, dell’aria sfatta, della perdita di capelli ed anche della disperazione che mi ha accompagnato questi giorni. Mentre il mondo fuori mi chiedeva di uscire a cena. Io, che non ho mai voluto studiare la sera dopo le sette, per principio, sono rimasto a casa sabato sera a studiare. Fino a tarda notte. Quando finalmente ho chiuso il blocco degli appunti ed ho sentenziato “Per oggi basta!” ho guardato l’orologio, giusto in tempo per vederlo scattare dalle 23:59, alle 00:00. Mi sono sentito preso per il culo dall’orologio.
Ma non solo! Il mondo la fuori si dimostrava partecipe della mia disperazione, ed infatti quando una persona qualunque mi chiedeva come stesse andando lo studio, la conversazione proseguiva in questo modo standard:
“Come va lo studio?”
“Male, ho fatto millanta esercizi e me ne tornano solo due.”
“Ma tanto tu pigli trenta.”
Questo sì che è sentirsi ascoltati.
Così ieri, con la forza della disperazione e con la stessa sicurezza che avrei avuto nell’attraversare uan corda a 30 metri d’altezza su un monociclo (da ubriaco), ieri sono andato a dare lo scritto. A prima vista non sembrava difficile. Ho iniziato a risolverlo, e togliendo l’inizio disastroso, sono andato abbastanza velocemente, riuscendo a svolgere circa due esercizi su tre. Un punto del primo ed un punto del secondo esercizio li ho saltati, (essendo tutti gli esercizi dipendenti dal primo, perchè composti dalla funzione che bisognava studiare nel primo esercizio, lasciando o sbagliando qualcosa nel primo, veniva fuori qualche casino negli altri due) perchè provando a risolverli mi veniva fuori un calcolo assurdo della derivata di una funzione di una funzione di una funzione ( ❗ ) mi sono concentrato sul resto. Poi all’ultimo momento ho decretato che l’ultimo esercizio poteva essere fatto in un modo diverso da come l’avevo fatto in brutta copia, così l’ho fatto diversamente, ed ho copiato il secondo svolgimento in bella.
Ovviamente non sto a dirvi che il secondo svolgimento era quello sbagliato mentre il primo era corretto, perchè tanto l’avrete capito da soli.
Secondo i calcoli che mi sono fatto, vedendo i primi compiti corretti on-the-fly, per i ragazzi che si sono fatti interrogare il giorno stesso, nnella migliore delle ipotesi avrei preso 16 (considerato sufficiente per accedere all’orale), nella più probabile delle ipotesi, un voto maggiore o uguale a 13.
Con i coglioni girati, depresso, e incazzato con me stesso per aver copiato in bella il procedimento sbagliato (sì, sono stato così stronzo da essermi anche tenuto la brutta), sono tornato a casa e non sono riuscito a combinare un cazzo di nulla fino alle otto, quando sul sito internet del prof sono apparsi i risultati, con un 20.5 stampato in grosso e grassetto accanto al mio numero di matricola.
Nell’ordine, ho fatto le seguenti cose:
- Ricontrollato che il numero di matricola fosse davvero il mio.
- Fissato lo schermo inebetito.
- Ricontrollato che il numero di matricola fosse davvero il mio.
- Fissato lo schermo inebetito.
- Ricontrollato che il numero di matricola fosse davvero il mio.
- Urlato di gioia.
- Chiamato mamma, papà, Vittorio, i nonni, ed avvisato Laura, ed Ely via sms.
- Ripreso controllo di me medesimo, e messo a studiare.
Così di nuovo fino a mezzanotte e mezzo a dimostrare teoremi, per andare gasato e convinto all’orale, pronto per incenerire chiunque. E ho fatto il miracolo di far alzare il voto di ben sei punti e mezzo, con una interrogazione delle migliori. Ok, in quanto a parlantina sono difficimente raggirabile, e se capisco una definizione o la dimostrazione di qualcosa, poi riesco a spiegarla anche ad un sasso. Ho la qualità di risultare chiaro quando parlo, lo ammetto, e ne sono fiero. Sapevo di poter fare un gran lavoro all’orale, e l’ho fatto. Ci si è messa anche la fortuna, ma visto come va la mia vita, da qualche parte dovrà pure saltar fuori, o no? Fatto sta che ora ho 6 CFU sonanti nel mio salvadanaio, e un esame in meno da dare. Prossimo obiettivo: Architettura degli Elaboratori, mercoledì 23. Tempo per la preparazione: 7 giorni. Difficoltà: Medio/Alta. Ma ho passato Analisi I, questo mi conferisce poteri sovrumani. Posso farcela.
Parte divertente del post
Ma c’è un ma! Vi avevo detto che avrei fatto pazzie, e ora ho intenzione di farle. Primo: finiti gli esami si va a ballare con Lo Zio, come promesso. Secondo: ho trovato tanta roba da ordinare, e questa volta la ordinerò!
Ecco in che cosa consiste la mia wishlist (roba che ordinerò da ThinkGeek: Stuff for Smart Masses. Sì, oggi mi sento furbo, oh se mi sento furbo!), aiutatemi a scegliere cosa prendere:
T-Shirt “Vedo pixel morti” (Alta priorità)
Cravatta ad 8-bit (Bassa priorità)
T-Shirt “Meh.” (Alta priorità)
T-Shirt “Potere” (Media Priorità) [Il simbolo del potere è fosforescente :O ]
T-Shirt “Nepero” (Media priorità) [e, il numero di Nepero, formato da qualche migliaio delle infinite cifre del numero di Nepero! Potrebbe tornare comoda per Analisi II]
T-Shirt “Non finisco mai nien” (Media priorità)
T-Shirt “Non c’è nessun posto come 127.0.0.1” (Media priorità) [Spiegazione: 127.0.0.1 è sempre l’indirizzo del computer locale, la maglia suona quindi come “Non c’è nessun posto come casa propria”, il fatto che molta gente non la capisca, ne aumenta il fascino]
PixelBlocks (Altissima priorità – L’acquisto è sicuro)
Costruzioni geniali in cui ogni mattone è un pixel, sono tutti della stessa dimensione, ma di colori diversi, e sono perfetti per ricreare nella realtà immagini digitali:
Considerando che comprerò una scatola di pixelblocks, quale di questi indumenti Geek mi consigliereste? Avanti! Ho bisogno di pareri, ne potrò comprare al massimo due… Quali dovrei scegliere?
T-Shirt “Non c’è nessun posto come 127.0.0.1″, che è meravigliosa, a parer mio XD
e T-Shirt “Vedo pixel morti”, stupenda anche quella
anche la cravatta è bella, ma su di te non riesco ad immaginare cravatte
e dopo averti fatto credere di aver bellamente ignorato il tuo post ed essere passata direttamente alla parte divertente, cosa che non ho fatto, ti dico che nonostante il tuo aspetto particolarmente rovinato ma con il quale, assieme a degli abiti neri a righe, potresti fare una bella figura come Emo, sono contenta che tu sia riuscito a superare il tuo esame e che adesso tu ti senta molto più sicuro di te per i prossimi.
che la fortuna ti assista!
In effetti la cravatta ha una bassa proprità proprio perchè tanto non avrei una giacca su cui metterla. Sono troppo grosso per le giacche in commercio. 😐
Grazie per i complimenti, non avevo pensato ad una “carriera” da emo xD ma è proprio per le tue idee che ti voglio bene. 😀
E’ bella quella del numero di nepero.
T-Shirt “Vedo pixel morti” !!!!!