Tre sere fa sono stato fermato dai Carabinieri mentre attraversavo placidamente la via principale del mio ridente paesino abitato da truzzi gasati che si credono figli di chissàchi.
Non vi ho mai parlato del posto dove vivo?
E dovrei farlo ora?
Naaaah!
Dopo essere stato fuori con gli amici ed aver lasciato un dito di pneumatici in prossimità di uno stop nascosto dietro una semicurva e quindi difficilissimo da vedere, il braccio della legge mi ha fermato, nella forma di un carabiniere munito di paletta, che si è tuffato in mezzo alla strada di una zona poco illuminata, e mi ha invitato a fermarmi.
“Buonasera”
“Buonasera, vediamo i documenti?”
“Certo, ecco qua.”
“‘Sta patente s’è incollata… Eccazz… Non esce… Ohh…”
“…”
“Aspetta… Ma tu… Sei il figlio di Max?”
“Ehm, sì, sono io…”
Ecco come un controllo di routine si è trasformato in una chiacchierata tra un carabiniere che conosce mio padre, e me, e che io non credo di aver mai incontrato prima di allora.
Oltre alle classiche domande di routine, come ad esempio “come sta papà?”, “dove sei stato?”, “finite le superiori?”, “dove ti iscriverai all’università”, la legge si è messa ad indagare sulla mia situazione familiare.
“Ho saputo che…” Sì, è vero, sono nel mezzo di una separazione.
“E dove vivi?” Per ora sono in trasferta dai nonni.
“E perchè non sei con tuo padre?” Abbiamo avuto una lite e me ne sono andato, ma ora è tutto tornato come prima.
“E tua madre? La vedi?” Sì, sono stato a cena da lei.
“Dovresti parlare con loro.” Mi sembra naturale.
“In fondo sono sempre i tuoi genitori.” Nessuno si sente di metterlo in dubbio.
“Perchè non tornano insieme?”
“Dovresti prenderli e sgridarli, tutti e due. Perchè non hanno più vent’anni. Non possono fare certe cose con una casa, una famiglia ed un figlio.”
…
Non ero mai stato fermato dai Carabinieri, e sinceramente non credevo che questi fossero i discorsi che ci si sente fare quando si viene fermati. Mi sono sentito a disagio a sentirmi dire certe cose da un uomo in divisa, amico di mio padre e di mia madre. Non me l’aspettavo proprio.
Ieri sera sono uscito di nuovo con gli amici, di nuovo nello stesso posto dove sono andato l’altra volta. Si è fatta viva Lily, cosa che mi ha sorpreso. E’ all’estero, da qualche parte. Me l’ha detto dopo che ci siamo scambiati messaggi per circa 20 minuti. Gentile nevvero?
Ieri sera, dicevo, cena di classe. Ho rivisto circa tutti, sono stato bene. Poi ho anche incontrato Smottina, che tra una chiacchiera e l’altra ha magistralmente introdotto il discorso “famiglia”, andando a sondare approfonditamente la mia situazione.
Ed oltre a chiedere conto di questo e di quello, ma anche di quell’altro e di quest’altro ancora, mi ha fatto discorsi affini a quelli del carabiniere di qualche sera fa.
“Perchè non si rimettono insieme?”, “Di chi è stata la colpa?”, “C’è speranza che tornino insieme?”, “E la casa?”, “E perchè non li convinci a tornare insieme?”.
Evito di rispondere la verità quando mi chiedono perchè non li convinco a tornare insieme. Chiunque mi faccia questa domanda non ha capito niente. Hanno la loro bella età, dovrei essere io a fare il babysitter? Non credo. Ma soprattutto: Perchè dovrei farli tornare insieme?
Perchè dovrei costringerli a vivere una vita che non gli piace? Perchè dovrei farli soffrire?
Perchè così io non sto facendo una vita felice? E allora? Sono per caso “in dovere” di stare insieme per me? No.
Non devono stare insieme per me. E neppure vorrei che lo facessero. Dovrei condannare loro all’infelicità, per essere felice io? Non potrei farlo, sarebbe un comportamento troppo egoista.
Comportamento egoista che molte persone non esiterebbero a mettere in pratica… Purtroppo, non faccio mai parte dei “molti”.
m disp x la tua situzione…e sopratt x le xsne pettegole ke t chiedono e fanno 1000 domande a riguardo…
vivi sereno e ricerca sempre la tranqullità.
Ciao
Anonimo