Quando ogni giorno vorresti non doverti svegliare,
Quando la vita è impossibile oltre ogni limite,
Quando non credi più in te,
Quando anche la speranza (che notoriamente è l’ultima a morire) sparisce,
Allora, è il momento di prendere un profondo respiro, chiudere gli occhi, e trattenendo a stento le lacrime urlare a squarciagola:
OUENDAAAAAAN!
Eh sì, ho toccato il fondo, l’ho fatto anche io: ho urlato OUENDAAAN. E più di una volta.
Ma se può valere come scusante, stavo giocando a Osu! Tatakae! Ouendan, che è arrivato sabato scorso da yesasia.com, e che si è trasformato in una droga.
Ogni istante libero è buono per guardare le tavole di manga narrate da caratteri di una lingua incomprensibile, che raccontano la storia di Cleopatra che, decisamente sovrappeso, ordina ai suoi schiavi di costruirle una piramide, così che lei possa dimagrire (secondo quale logica poi? Bah!). Oppure la storia di un proprietario di un ristorante deserto in cui entra solo un gatto per orinare allegramente davanti al bancone. O ancora, la storia di un ragazzo che giunto in paradiso chiede di poter abbracciare la sua fidanzata per l’ultima volta, e deve correre da lei nel breve tempo concessogli, e farsi notare in tutti i modi.
Che cosa accomuna queste vicende così diverse tra loro? Il fatto che i protagonisti, quando hanno definitivamente perso la fiducia in loro stessi, e si sentono ormai sconfitti, chiamano a raccolta gli Ouendan (che manco a farci apposta si trovavano nelle vicinanze). E gli Ouendan con le loro coreografie marziali, danzano per dimostrare che qualcuno che crede ancora in te c’è, e che sono lì proprio per farti riacquistare la fiducia in te stesso.
E sinceramente la loro presenza mi aiuta, ed è grazie al ritmo di Ready, Steady, Go! che anche io posso, come nel videogioco, affrontare il meteorite che si sta avvicinando a gran velocità alla terra. Non c’è niente da fare, il meteorite si schianterà sul pianeta, e non c’è nessuna speranza per nessuno. Cosa fare?
Stringere i pugni, e urlare.
OUENDAAAAN!
E giù, a picchiettare con lo stilo sullo schermo, come un forsennato, per far sì che il trio di ballerini non sbagli una mossa, e possa dare la grinta necessaria a tutti di affrontare il destino.
E chi se ne frega se il mondo mi guarda storto, perchè non capisce che cosa ci trovi di speciale in tre individui che eseguono mosse strane a ritmo di musica, e nel picchiettare simboli sullo schermo del DS.
Davvero, chi se ne frega. Questa è un’altra di queste cose che piacciono a me, e forse ad altre 5 persone in Italia.
Un’altra volta mi sarei chiesto se avrei mai incontrato un’altra di queste persone, e se ci fosse stata una ragazza tra loro, ma sinceramente non mi interessa neanche questo.
Mi basta sapere che dentro il mio piccolo DS bianco, c’è un buon gioco, e che grazie a quello, anche io trovo la forza di arrivare a fine giornata.
No.
Forse non è tutto.
Forse non basta.
Forse c’è anche una speranza. Non che tutto torni magicamente com’era prima. Non ho mai visto con i miei occhi un miracolo, e non accadrà neanche per questo.
Forse però una ragazza…
Forse… Chissà… Sarebbe bello, ma è ancora troppo presto per dirlo…
Melody boku ga sagashiteta no wa meiro ni mayoi konda tamashii
“see no!” ni kaketa omoi wo kurae
Melody utaeba hora tanoshii
Oh Yes!
Melody, I’ve been searching for my soul that got lost in a maze
To hell with the feelings that I bet on “ready, set…!”
Melody, when I sing it, hey, it’s fun
Oh yes!
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