Sono un bravo ragazzo. Insomma, non mi fermo agli angoli delle strade per aiutare le nonnine ad attraversare, però mi fermo se sono al volante e le aspetto. Metto la freccia nelle rotonde. Rispetto le file nei negozi e non ho mai rubato un bicchiere in un pub perchè mi piaceva. Butto le gomme da masticare nei secchi, non parlo con la bocca piena. Insomma, sono un bravo ragazzo.
No?
Le cose cambiano un sacco a seconda del punto di vista da cui le si guarda e di solito uno vede le cose da una certa prospettiva, e magari si dimentica del fatto che ce ne possano essere delle altre. Ultimamente ho la sensazione di essere osservato da una prospettiva sbagliata, e di non riuscire a convincere chi mi fissa di sbiego e non nascondendo la sua disapprovazione, a fare qualche passo più in là, e vedere le cose come stanno nella loro interezza. Probabilmente questo non basterebbe a tutti: con buone probabilità qualcuno continuerebbe a ringhiarmi anche se mi vedesse da tutti i punti di vista, e per quanto non ne sia felice, devo arrendermi al fatto di non poter piacere a tutti.
Mi guardano storto. Sento il peso degli sguardi ed il giudizio delle persone fluttuare sopra di me. Normalmente non tengo conto del giudizio della gente. Se lo facessi, sarei più integrato nella società, ma non è una cosa che sono sicuro di voler fare.
Non mi interessa il giudizio della gente, è vero, ma quello delle persone sì.
Quando sai che faccia hanno, o sai che qualifica hanno (perchè sono amici, o parenti, o parenti di amici) allora non sono più “gente”, è diverso. È più personale.
Non è una gran bella sensazione, avere questa nube di sguardi e di critiche che aspetta di pioverti sulla testa, devo dire. Ogni tanto sento anche qualche goccia, ed è abbastanza corrosiva. Ma la parte peggiore è che, in massima parte, si tratta di nubi immotivate.
Non è una novità, essere frainteso per me, queste cose capitano da sempre… La prima volta che ho provato a conoscere una ragazza, ha pensato che fossi un maniaco (e me l’ha detto, come se niente fosse, solo diverso tempo dopo). Magari allora è colpa mia.
Mi sto sentendo con una ragazza. È iniziato tutto per un caffè, che quasi non abbiamo neanche preso. Parliamo. Per tutto il tempo. Praticamente facciamo solo quello, ma lo facciamo intensamente. Lo facciamo per bene.
Il suo ragazzo non l’ha presa benissimo. Poteva prenderla molto peggio, per quel che ne so. Ma senza dubbio non è entusiasta all’idea. Io l’avrei presa decisamente peggio.
Non nego che questa cosa mi metta a disagio, e che non potrei spostare il suo punto di vista in nessun modo per aggiustare la prospettiva e rimuovere quello sguardo torvo dal mucchio. Penso che sia una causa persa, ma il disagio resta.
Non mi sono mai trovato in questa situazione. Non avrei mai creduto di potermici trovare. Come ci si comporta? Nel manuale dei bravi ragazzi non c’è scritto… Magari lo trovo nel manuale degli stronzi? Posso imparare o ci devi essere nato?
Non è una cosa di cui vado fiero. La mia coscienza sgomita, anche se abbiamo solo parlato. Ma davvero non credo sia possibile raddrizzare lo sguardo che mi sento puntato alle spalle. L’unica cosa che posso fare è provare a non pensarci, e non è per niente facile.
Anche qualcuno dei miei amici inarca un sopracciglio quando guarda questa situazione. Non sono orgogliosi di me. Non lo sono neanche io. So che dovrei fare un passo indietro, per non fare danni nella vita degli altri. E non vorrei farli, davvero non vorrei. Ma per quanti notti mi tormenterei se non tentassi? Quanto mi maledirei se mi arrendessi, tornando nel silenzio dal quale provengo?
Il grosso della nube, ne sono certo, è rappresentato dai suoi genitori. Incredibile a dirsi. Di solito vado veramente a genio ai genitori, soprattutto alle mamme. Sono le figlie che non ne vogliono sapere. Non mi è mai capitato di sentirmi considerato un poco di buono, e quando sono i suoi genitori a guardarmi di traverso, la cosa mi preoccupa davvero. Posso quasi vedere gli sguardi, saettare tra il vapore violaceo che mi sovrasta.
Non mi vedono? Non vedono come sono? O magari lo vedono, ma pensano che sia un lupo travestito da agnello? E come li convinco della realtà dei fatti? Probabilmente è troppo presto per porsi questo problema, ma non posso fare a meno di pensarci, con questa minaccia di temporale che mi porto a spasso sulla testa.
Tutto quello che posso fare, nel frattempo, è giocare la mia partita. Giocare secondo le regole è difficile, specie se la mano che le scrive è quella di uno dei giocatori… Ma non la tua.
Giocherò secondo le regole, finchè potrò, e quando non potrò più, sarà il momento di abbandonare la partita. O di imparare come si imbroglia.
Certo che sei un bravo ragazzo… Gnè… saluti da un vecchio amico di irc…