Sto ancora provando a smaltire tutti i post arretrati che ho accumulato. Pian pianino forse ci riusciamo…
È Marzo, sono passati pochi giorni dagli eventi dei due post precedenti. Due begli stravolgimenti della mia vita, in rapida successione, ed io sono ancora con l’umore abbastanza a terra. Sono passato dallo stress infernale della tesi da scrivere e consegnare in tempo, ai preparativi per la discussione con le scadenze incombenti degli articoli da pubblicare, alla confusione mentale derivante dall’aver conosciuto la donna della mia vita, al deserto sentimentale dell’aver scoperto che la donna della mia vita me la sono sognata. O quasi. O insomma non l’ho capito neanche io. Nel frattempo si avvicina la Pasqua, che quest’anno, coincide con il giorno del mio compleanno. In realtà sarebbe più corretto dire che si avvicina il mio compleanno, che quest’anno coincide con la Pasqua. Ma insomma, quando arrivano le cifre “importanti” uno è sempre in vena di resoconti. Sarà poi che io sembro avere il pallino dei resoconti. Sì in effetti forse è colpa mia. Comunque sia, ho un sacco di resoconti che mi girano in testa. Nessuno particolarmente piacevole in realtà.
Stavo per compiere 25 anni, una cifra che, più o meno realisticamente, segna all’incirca il mio primo quarto di vita sulla Terra. O magari no. Ma il mio prof. di storia dell’arte diceva sempre che la nostra generazione sarebbe vissuta fino a 100 anni di età, e a me fa un sacco comodo credere che sia vero. È passato circa un mese da quando mi sono laureato, e mi trovo già in ballo per cercare lavoro. Ma in ballo serio. Troppo in ballo. Lo so, si raggiunge il paradosso, e immagino che mi beccherò degli insulti per queste frasi, ma non vedevo l’ora di godermi qualche mese da disoccupato. Insomma, questo era quello che mi prospettavo; qualche bel mese di nullafacenza e di decompressione, dopo i densi anni dell’università.
Ma come, con tutta la crisi, la recessione, i ministri che danno dei “bamboccioni” agli studenti, eccetera eccetera? Eh sì. Avevo bisogno di riposo, di dedicarmi ai miei dodicimila progetti a metà, imparare a programmare questo o quello, fare qualche viaggio per l’Italia, andare a trovare amici lontani… E invece niente. Mi sono ritrovato degli appuntamenti per dei colloqui presi da genitori di amici, o da amici, o da amici dei genitori… Insomma, impegni non richiesti. Però che fai, con tutta la crisi, la recessione e gli eccetera eccetera, non ci vai ai colloqui? Ma di questo parleremo in dettaglio (si spera) in un prossimo articolo.
Abbiamo deciso di non sentirci più, io e quella ragazza di Roma. Ma sapevamo entrambi che non sarebbe durato. O per lo meno, io lo sapevo per entrambi. Passavo giornate dai toni grigi, a pensare a lei, a me, ai vari flashback dei nostri incontri che ogni tanto mi bombardavano la quotidianità. Poi pensavo all’università, al passato, al futuro… Un sacco di pensieri, abbastanza grigi, un po’ dettati dagli ultimi eventi, ed un po’ dal mio pallino dei resoconti.
Per fortuna le coincidenze della vita sono qui per aiutarmi! Così il 30 Marzo, andando a ritirare dal fotografo un rullino iniziato una vita prima, mi trovo occhi negli occhi con la ragazza che mi ha fatto dannare l’anima solo qualche mese prima, rendendo il periodo di scrittura della tesi e le vacanze di Natale un vero inferno. Sapevo che avrei di nuovo incontrato il suo sguardo in quelle foto, ma non sapevo che sarebbero state pronte così presto. Non ero neanche sicuro che le foto fossero venute… Passo un po’ di tempo a fissare la sua immagine impressa nella foto, e cerco di scorgere in quegli occhi, avvisaglie di tutto quello che sarebbe successo nei mesi seguenti a quello scatto. Senza successo.
No, la giornata non è delle migliori, ma c’è ancora ampio margine di miglioramento.
La sera sono in giro con i miei amici, quelli che sono in zona per lo meno, e devo dire che la serata va molto meglio del previsto. Decidiamo di andare in un locale che solitamente non frequento. Ma perchè no, cosa può succedere di male?
Per esempio, trovare posto al tavolo a fianco quello dov’è seduta quella persona che ormai nel blog è nota come Lei. Non ci sentiamo né parliamo da due anni. Ovviamente anche lei si accorge della mia presenza, e da quel momento passa l’intera serata nel tentativo di evitare il mio sguardo, mentre la sua amica ride divertita.
Non passano che, forse, un paio d’ore, e poco dopo la mezzanotte, insieme agli auguri dei miei amici, ricevo anche il messaggio della ragazza di Roma (quella che ha detto che è meglio se non ci sentiamo) che continua a girarmi in testa, nonostante il pensare a lei mi faccia altalenare l’umore.
Insomma, nel giro di una mezza giornata scarsa, ho avuto modo di vedere, incontrare e sentire i principali fallimenti della mia vita sentimentale. Decido di tornare a casa e di lasciar perdere i resoconti. Avrò tempo di farli, un giorno. Adesso non è il caso, sono successe già troppe cose per pensarne altre
A casa, nel silenzio e nel buio davanti al portone, ricordo di aver guardato il cielo, come ogni tanto mi ritrovo a fare, e di aver fatto presente alla Direzione che, per un po’, poteva essere sufficiente così. Grazie.
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