*Secondo gli altri.
Qualche tempo fa riflettevo (eh no, non sono ancora riuscito a togliermi questo brutto difetto, ma prima o poi ci riuscirò!) sul fatto che secondo chi mi stava intorno, fino ad ora non ho mai azzeccato una sola scelta nella vita.
Oggi vi racconto dove mi ha portato il vecchio detto “sbaglia sempre con la tua testa”.
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Anno: 2013
Sto ancora provando a smaltire tutti i post arretrati che ho accumulato. Pian pianino forse ci riusciamo…
È passata una settimana dagli eventi raccontati nella puntata precedente. È stata una settimana strana e piena di messaggi, telefonate e pensieri, ma anche di eventi scollegati da questa vicenda. I più importanti finiranno in un altro articolo ancora (ve l’ho detto che me ne sono successe di cose!), per il resto, ecco com’è andata la storia.
Pensavo alla quantità di cose che mi è capitata in questi tre mesi dopo la laurea. Ne sono successe talmente tante, che mi è sembrato di essere sopra un treno lanciato alla massima velocità in qualche direzione ignota. In alcuni momenti avrei voluto sapere dove trovare il freno d’emergenza di questo treno impazzito, per andare a tirarlo ed avere un po’ di tempo per riflettere, per capire se volevo andare nella stessa direzione del treno oppure no. E mentre stavo ragionando su questa simpatica metafora, mi sono ricordato di Silvertear e di OutPhase, due ragazzi con cui chattavo su IRC una vita fa. Ancora prima di incontrarli, suonavano in un gruppo, i Sala 5, ed avevano scritto una canzone con la stessa identica metafora. Guarda tu che giro strano che ha fatto la mia mente.
In realtà il treno ha un’altra ragione di trovarsi come titolo di questo articolo, e cioè che dopo la laurea ho fatto alcuni viaggi con questo mezzo di trasporto. Neanche tanti in realtà, solo tre (e tutti nello stesso posto!), però sono stati tre viaggi a loro modo tutti importanti. Oggi vi parlo del primo.
Da piccolo lessi un libro per ragazzi favoloso. Un mattone di 700 pagine, ma così sconclusionato che il desiderio di scoprire cosa sarebbe successo dopo, superava la paura della lunghezza della storia. Si tratta delle “tredici vite e mezzo del capitano Orso Blu”.
Con questo articolo riprendono (forse) le normali trasmissioni su questo blog. Si tratta dell’annuale resoconto di quello che è accaduto, e questa volta ce ne sono di cose da raccontare!
Questo articolo non era previsto. Il primo articolo dell’anno è un articolo che fa il riassunto dell’anno precedente, ed avevo in mente di posticipare questo articolo fino a fine Febbraio, facendo di fatto durare il 2012 un paio di mesi in più. Non era una brutta idea, il 2012 è stato un buon anno per me, poteva tranquillamente durare anche un anno e mezzo o due (?).
Però capitano gli imprevisti, ed ho deciso che il 2012 è finito quando sarebbe dovuto finire, ma l’articolo-riassunto è stato posticipato. Per ora una tastiera ed uno schermo bianco sono tutto quello di cui ho bisogno per sfogarmi un po’.
Oggi vi racconterò la storia del mio caro amico Michele.
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